NOTTURNO
I.Nera barriera divieto al sonno
transita nelle orde di acque
impetuose e dense
Scivola il perone e la rotula scintilla
forza il ritmo e scalda l’argine del fiume
La piena rompe il bordo vòlano i gesti
la parola tace.
Un ultimo grido
dentro al mio pugno chiuso
II.
Giallo nel verde
verde nel blu della notte
fiori nei calici
calici nel tabernacolo
primula fiore reciso
corolla afrore pistillo
respira piccolo boccio
nascondi la luce
il giallo invidia
il verde disperde
III.
Pensiero cammina
dentro rughe
linee di fantasmi notturni
privi di vestito e forma
spesso in catene sempre nel cigolìo
di sogni accarezzati
caveau di incontri disattesi
giochi di stelle baratri di mente
crepita e fugge
quando l'alba muore.
(il dipinto è di Giorgio Conte)

Giovanna Sicari, "Porte d'aria", da "Epoca Immobile", Ed Jaca Book,
La mia posta d’aria è un sole
che brucia: fin dal mattino
sono arrivate le piogge, le lettere,
la posta è sospesa, da questa strada
in bilico aspetta: nasceranno erbe,
cresceranno salici, quale processo si farà,
quale prezzo questi fogli, dove
quel piacere senza desiderio, solo
limpido, solo aria. Cerca la giusta
qualità: non è portentosa la formula
il nostro pane spento come sasso
come sasso, come sesso la bimba
la bimba, la mia bimba spiritosa
che cantava e ballava e sorrideva
a ogni comparsa fresco fresco ogni
filo d’erba. Ora da dove iniziare,
come camminare, fratelli miei
fratelli dolci, fratelli miei gagliardi
stendardi, muraglia, pallini, monili
merletti, superflui monili:
avete amore per me? Mai divisi
mai legarsi invano
chi di voi verserà gocce sulle ferite,
così che si possa guarire, guarire…
All’hotel c’erano tutti, sotto il cielo di pura fiandra
– Le foglie rosse, la campagna, noi due
presi solo dalla memoria con la certezza della corsa
e della fede misteriosa –. Com’era cara quella neve scesa
non so perché sul Gianicolo, gialla quella passione
che spuntava col gallo e con le aiuole
la neve benedetta bruciava come il sole
come un razzo scendeva dalle nostre nuvole ammantate
e sfrondava di celestino e sfrondava tutta la tenera vita.