giovedì 21 ottobre 2004

Salvatore Quasimodo

AL TUO LUME NAUFRAGO
Nasco al tuo lume naufrago,
sera d'acque limpide.
Di serene foglie
arde l'aria consolata.
Sdradicato dai vivi,
cuore provvisorio,
sono limite vano.
Il tuo dono tremendo
di parole, Signore,
sconto assiduamente.
Destami dai morti:
ognuno ha preso la sua terra
e la sua donna.
Tu m'hai guardato dentro
nell'oscurità delle viscere:
nessuno ha la mia disperazione
nel suo cuore:
Sono un uomo solo,
un solo inferno.


LAMENTO PER IL SUD


La luna rossa, il vento, il tuo colore
di donna del nord, la distesa di neve...
Il mio cuore è ormai su queste praterie,
in queste acque annuvolate dalle nebbie.
Ho dimenticato il mare, la grave
conchiglia soffiata dai pastori siciliani.
le cantilene dei carri lungo le strade
dove il carrubo trema nel fumo delle stoppie
ho dimenticato il passo degli aironi e delle gru
nell'aria dei verdi altipiani per le terre e i
fiumi della Lombardia.
Ma l'uomo grida ovunque la sorte d'una patria.
Più nessuno mi porterà nel Sud....
(...)


(da Tutte le poesie, ed. Mondadori)


"La Sicilia della fanciullezza e della giovinezza....il paesaggio della sua terra avvolto dal vento,la fierezza isolana, le strade polverose tra gli oliveti, l'aspra musica delle onde e del mare edei corni dei pastori"(dal discorso di Anders Osterling dell'AccademiaSvedese, in occasione della consegna del premio Nobel )