mercoledì 22 marzo 2006

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Tommaso di Francesco, "Tuffatori"

Entrando nell'acqua mota
come in occhi persi e chiari
pinnava la mia parte sirena
avanzava l'intelligenza tritone
aggirando la presenza di terra
che permette rifrazioni
al chiarore di specchio
ai liquidi vicini e approssimati
spartitori di luci, ladri
di promesse avanzando verso lo scoglio
dei sudori, ho visto le ombre
promettenti, ho rapiti i sorrisi
di chi non commenta
ed è tuffatore
ed uno dietro l'altro con splasci
in onde esplodenti e sconquassi
di grida come per una festa
lanciata a scoperta di spazi.

2

Ancora non è ucciso il puma
e la ferocia rappresa nei recinti
fuga i profili per la notte,
frammentato è il cuore dei bufali
nella piana città di cadute,
ecco dal dolce pendio del neon
tuffatori in attesa con gli archi
infilati delle braccia ai fianchi,
piegate in architetture di fiori
sbocciati alle ossa di tuffatori,
scandiva il sole tuffatori,
segnalava nell'aria, tramite alla specie,
iperbole dei corpi, cadute a strapiombo
volo fatto a fughe nell'onda
che all'acqua tiene come a un guado.

3

Distante dal vuoto mi ricordo
che un pianto affiatato insieme
lambisce davvero le corde
l'odore lambisce e fugge la naturale
forma, quella che un corpo per sudori
ad altro corpo vita dà umidori.
Ecco le mani giunte in acqua
penetrante al cuore innalzano
silente il mondo, computera la lingua
una memoria offesa che inghiotte
l'ora presente e chiude nel corpo
del mare per sempre il tuffatore.

4

Allivida la stanza forme memo
sogna i passati di placenta
bagnati e veglia penitente
sopra lo specchio del nuovo idolo.
Niente che alla fine non muoia
in forma sua propria di felce.
Numus e battevano le mani,
entrò nel blu più blu,
Elias
Celio
Spurinna
Cleves
entravano nell'acqua tuffatori
e più non uscivano a prender aria
e sole e in un sorriso entravano
bagnati
e tutti erano morti e vivi
e nello stesso orario.

5

Non sarà la presenza dell'albero
dei rami irregolari e delle foglie
d'una pianta che non si sa che sia
a dare luce al dubbio se lo specchio
d'acqua è stagno, mare fiume o lago?
Io ho visto e inteso lo spazio
tutto lo spazio come aperto oceano
e tempo che lo rende agli occhi aperti
con il moto ondoso che fissa alle pupille
stare l'andare e lo smarrirsi soli.


(il dipinto "Il Bagno" è di Gregorio Sciltian)

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