da "La Porta e Altro", in "L'orto dei ribes di corallo",
di Ercole Ugo D'Andrea, Ediz. Lacaita, 1999
"La porta quando è chiusa e barricata
che tu ci hai messo dietro
la poltrona pesante del salotto il portaombrelli
l'elefantino rosa il corallo pelle d'angelo
la chiave i due cardini (questo è importante)
e tira cinque volte la maniglia centrale
puoi dormire tranquillo.
E' inutile che ti alzi a ripetere l'operazione
flessuoso come un gatto ma legnoso come burattino,
che trattiene il respiro e mugugna perché una parola tonda
alta, rosseggiante come la mela saffica
imprendibile sull'ultimo ramo del giardino
non tonfi guasta sul quieto
perfetto ingranaggio
Certo può succedere anche di giorno
quando, però, tu non controlli questo
settore della casa
e te ne esci dal garage, docciato, profumato, azzimmato
attraversando il giardino dove incontri
qualche chiocciola bianca retrattile
i panni stesi ad asciugare
e già sta cadendo qualche foglia
Allora è la libertà
La macchina, renault 11 automatica, va bene
Conosci l'accensione, t'hanno detto
"tira l'aria" perché se no s'ingolfa,
che s'ingolfa?
questo è il freno (importante, accidenti)
questo l'acceleratore,
la frizione manca perché è incorporata
nell'automatismo (non psichico, bretoniano)
D. è drive, P. parcheggio, R. retromarcia
(la usi poco perché la meta è sempre
un bersaglio luminoso: il mare,
il barocchetto giallo, un cattivo poeta),
poi ci sono le marce uno e due (ma dov'è la salita?)
(il dipinto è di Maurizio Zanolli "Maschera")
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